Teresa Albano, Funzionaria per gli affari economici, Senior Project Manager del progetto E-MINDFUL, OSCE
Raccolta e analisi delle esperienze di comunicazione
Nel progetto E-MINDFUL, la raccolta ragionata delle esperienze comunicative sul tema della migrazione intende fornire una base di conoscenze sui punti di forza e di debolezza delle campagne informative e dei programmi educativi che promuovono il contributo dei migranti nelle società di accoglienza. L’obiettivo di questo esercizio è quello di fornire una guida ai Gruppi creativi multidisciplinari nazionali (NMCG) che, nei sei Paesi coinvolti nel progetto, hanno il compito di esplorare messaggi innovativi che possano risuonare con il “centro mobile”, la porzione di pubblico che è indifferente o incerta riguardo ai propri sentimenti e opinioni sui migranti. Questa analisi ha beneficiato del contributo di cinque esperti proveniente da discipline diverse – sociologia della migrazione, semiotica, antropologia culturale, comunicazione e marketing comportamentale – allo scopo di ampliare la comprensione dei fattori che contribuiscono a formare gli atteggiamenti delle persone nei confronti dei migranti. Le campagne e i programmi educativi analizzati sono stati finanziati dal programma AMIF (Asylum, Migration, Integration Fund) della Commissione europea, DG HOME, e sono stati attuati nei Paesi dell’Unione Europea (UE). L’OSCE ha ampliato l’inventario includendo esperienze di comunicazione in Paesi che accolgono migranti nel “Nord globale”, ma al di fuori dell’UE.
Risultati chiave
Le attitudini nei confronti dei migranti sono il risultato di una complessa architettura di fattori individuali e contestuali. Mentre l’educazione e le esperienze della prima infanzia giocano un ruolo chiave nel formare i valori e gli atteggiamenti degli individui, un’influenza simile, se non maggiore, è esercitata da fattori contestuali, come le opinioni espresse da politici o persone influenti nella comunità, compresa la comunità virtuale sui social media.
Secondo quanto analizzato finora, le storie che parlano di migranti – di “loro” – sono modellate prevalentemente intorno alle seguenti narrazioni che risuonano in modo diverso a seconda dei valori e delle visioni del mondo degli individui:

Mentre le narrazioni incentrate su “sicurezza”, “economia”, “demografia” e “umanitarismo” possono risuonare con il “centro mobile” verso posizioni più o meno favorevoli, la narrazione “identità” è più rigida, ed è meno probabile che risuoni con atteggiamenti favorevoli ai migranti. Le storie prevalenti sono cristallizzate intorno ai seguenti personaggi: il migrante-vittima, che risuona con la narrazione umanitaria e demografica; il migrante-eroe, che risuona principalmente con la narrazione economica e sulla sicurezza; il migrante-predatore, che risuona con la narrazione sull’identità e sulla sicurezza.
Tuttavia, quando le storie si concentrano su di “noi” invece di “loro”, il potenziale di risonanza con il ‘centro mobile’ sembra più promettente: i formati sono diversi tra loro, dagli spot pubblicitari alle serie TV/film. L’uso del paradosso e dell’umorismo rende le storie attraenti, i problemi vengono riconosciuti insieme agli aspetti positivi, dando vita a una narrazione genuina e coinvolgente.
Cosa abbiamo imparato dall’analisi? Dall’analisi emergono alcune aree su cui prestare maggiore attenzione:
1. Attenzione alle storie:
C’è una forte necessità di andare oltre la “predica ai convertiti” e di esplorare formati e storie inaspettate invece di concentrarsi sul ‘centro mobile’ che è spesso troppo complesso da centrare dal momento che è un gruppo trasversale a diversi segmenti demografici e sociali. Potrebbe essere più efficace passare dal “centrare l’audience” a “creare una comunità” dove gli spettatori possono essere attivamente coinvolti nella co-creazione di contenuti.
2. Attenzione a chi veicola il messaggio:
Gli influencer stanno progressivamente guadagnando la fiducia del pubblico, soprattutto online, a scapito di comunicatori più tradizionali come i giornalisti di stampa/radio/TV. Sebbene il progetto E-MINDFUL non possa coinvolgere direttamente influencer, si possono trarre lezioni dalle loro strategie di comunicazione, in particolare dalla loro (apparente) spontaneità e veridicità.
3. Attenzione al formato e alla sua diffusione:
Messaggi specifici tendono a risuonare in eco-camere “chiuse”, in particolare – ma non esclusivamente – in ambienti online, rendendoli più vulnerabili alla disinformazione e alla cattiva informazione su temi emotivamente intensi come la migrazione. È importante che i Gruppi creativi nazionali progettino formati di comunicazione che possano essere “condivisi” e “condivisibili” attraverso piattaforme e media diversi.
4. Attenzione ai compromessi:
Non esiste la campagna di informazione perfetta. Ogni scelta di comunicazione implica dei compromessi. È importante che i compromessi siano resi espliciti nel processo di creazione. Il progetto offre l’opportunità unica di esplorare, sperimentare e apprendere allo scopo di elaborare linee guida.
Il rapporto di analisi è ora pronto per il lungo processo di revisione e di editing. Tuttavia la ‘bozza di lavoro’ è al servizio dei Gruppi creativi nazionali che hanno già iniziato il processo di co-creazione. Non vediamo l’ora di vedere cosa la loro sensibilità e immaginazione riuscirà a proporre….. Restate su questo canale!